ANNA HUGHES

Waypoint

Anna Hughes, Waypoint, 2012

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INAUGURAZIONE:  Sabato, 25 Febbraio 2012 – Ore 18.00

28 Febbraio 2012 – 14 Aprile 2012

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Testo di ANNA LONGO 

Artericambi presenta la personale di Anna Hughes, giovane artista inglese la cui pittura ci pone in un immaginario romantico dove, all’idillio sensoriale dell’incontro con la natura, corrisponde un senso d’inquietudine affascinante e destabilizzante.

Le scene dipinte da Anna Hughes sono immagini familiari ed evocative, lo stile richiama la pittura romantica dove la bellezza e l’immensità della natura aprono al sentimento contraddittorio del sublime. Lungi dall’esser state definitivamente acquietate dai più sofisticati sistemi di previsione, sicurezza e simulazione di cui disponiamo, le paure più originarie continuano a riemergere nella nostra esperienza contemporanea.

La fede nella scienza e nel progresso sembrava aver sostituito la coscienza dei limiti umani nella repressione razionalistica di cui la visione romantica, in perenne tensione tra meraviglia e angoscia, è stata fatta oggetto. Tuttavia, come l’ha notato Jean François Lyotard, il sublime non caratterizza solo la coscienza della finitezza davanti all’immensità naturale, ma esso emerge oggi nell’incontro soverchiante con la tecnologia che sembra dominare le nostre vite. L’impressione è ormai quella di essere completamente controllati da un’immensa macchina intelligente, diffusa ovunque come una rete, che ci impone i ritmi di lavoro e ci informa di ciò in cui dobbiamo credere. Come un automa che prende improvvisamente vita propria – esempio freudiano del “perturbante” – la tecnologia ci confronta con l’ “altro” artificiale, ciò che è familiare eppure completamente estraneo. È questo il punto in cui possiamo situare le opere di Anna Hughes: le sue immagini, confidenziali ma ansiogene, possono essere considerate come altrettanti esempi del “perturbante”, esse invocano il riaffacciarsi odierno di originarie paure inconsce.

Nei nuovi lavori presentati in occasione di questa personale, lo stile pittorico romantico lascia insinuarsi un’ansia tagliente e accentuata dalle forme minacciose delle nuvole disegnate col filo. Lo strato di pittura è talmente sottile che sembra solo macchiare il supporto e le tonalità pallide producono un contrasto dissonante. Inoltre, per la prima volta, la rappresentazione è eliminata da alcune delle tele per lasciar spazio all’astrazione e alla sintesi razionalizzata delle idee dell’artista.

Questi lavori si costituiscono sulla lotta tra il razionale ed l’emozionale, tra il romantico e l’apocalittico, in una tensione di cui percepiamo il rischio di collasso. Titoli come “Squadron” e “Light out” evocano, in effetti, la guerra, mentre i disegni sovrapposti alla superficie generano associazioni con concetti legati allo spazio, al tempo e al movimento: aerei, navicelle spaziali, pixels, bersagli, stelle e waypoints.

Anna Hughes, Waypoint, 2012

Anna Hughes, Installazione mostra “Waypoint”, 2012

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Anna Hughes, Waypoint, 2012 - Collage 2

Anna Hughes, And How Everything Had Nothing More to Lose, 2011 – Olio su lino, 30 x 35 cm

Anna Hughes, Waypoint, 2012 copia copia

(SINISTRA) Anna Hughes, Fleet, 2012 – Yard su lino, 45 x 40 cm / (CENTRO) Anna Hughes, Fallout, 2012 – Olio su lino, 70 x 50 cm / (DESTRA) Anna Hughes, Lights Out, 2012 – Olio su lino, 70 x 50 cm

Anna Hughes, Waypoint, 2012 - Collage 3

(SINISTRA) Anna Hughes, Needle’s Eye, 2012 – Olio su lino, 40 x 45 cm / (DESTRA) Anna Hughes, Blindspot II, 2012 – Olio su lino, 40 x 45 cm

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