CARLES CONGOST

réserVoir

INAUGURAZIONE: 

31 Marzo 2015. 

Fino al 17 Maggio 2015.

DOVE: 

La Cappella – Barcellona (SPAGNA).

A cura di MANEL CLOT

Artisti: Luz Broto, Raimond Chaves, Carles Congost, Joan Morey, Paco and Manolo, Javier Peñafiel, Ester Partegàs and Francesc Ruiz.

Dopo anni di accumulazione, compilazione e personalizzazione di frasi, citazioni e idee di altri annotate su foglietti, il 23 ottobre 2003 Manel Clot è venuto a conoscenza dell’archivio che questo semplice atto privato aveva generato nel tempo: un’opera senza tempo. museo delle frasi’ senza gerarchia né fine in cui sono contenuti, in maniera caotica ed espansiva, molti dei suoi interessi emotivi ed esperienziali legati all’arte contemporanea; un modo di pensare e sentire la pratica artistica strettamente connesso con un modo di pensare e sentire la realtà; insomma una metodologia di lavoro basata su connessioni affettive e strutture collaborative.

RéserVoir genera due livelli complementari di intensità. In primo luogo, e come una sorta di tesi curatoriale, riprende la raccolta di frasi di Clot; e in secondo luogo, l’archivio è l’origine di una mostra collettiva che presenta tutta una serie di artisti a lui legati professionalmente ed emotivamente: artisti che, nel corso della loro carriera, hanno avuto esperienze specifiche con Clot, in conseguenza delle quali condividono un particolare sensibilità e approccio all’atto artistico; artisti che, sotto vari punti di vista, condividono anche il metodo processuale dell’archivio e le sue possibilità distributive in modi diversi dal format espositivo.

Di conseguenza, RéserVoir mostra opere recenti e nuovi pezzi di numerosi artisti seguiti e curati da Clot negli anni ’90 che hanno svolto un ruolo di primo piano nella formazione di una particolare scena artistica catalana. Questi artisti si sono fatti un nome a livello internazionale e ora stanno dialogando con artisti emergenti legati anche alla particolare narrativa del pensiero di Clot.

Di conseguenza, il recente passato e il presente convivono in RéserVoir attraverso i progetti espositivi, che si distinguono per i loro numerosi formati di presentazione e strati di significato. I nuovi video di Carles Congost (The Artist Behind The Aura [2014], in cui Congost esplora la sua posizione di artista in modo parodico) e Javier Peñafiel (Auditoría de proximidad[2015], un film d’animazione in cui disegno e testo tornare ad alcune delle preoccupazioni condivise dall’artista e dal curatore) entrano in dialogo con il nuovo aggiornamento di Joan Morey su El Gir. Guió tancat per a performance col·lectiva (2014), un progetto di ricerca incentrato su esercizi di linguaggio e traduzione derivanti dal messaggio artistico, e con la proposta di Luz Broto inRight Cube_04. Dar paso a lo desconocido (2011), un’opera performativa in cui l’artista fa entrare la luce naturale nello spazio costantemente buio de La Capella. Nel regno della fotografia, la serie Preludio (2014) di Paco e Manolo, che tratta della caducità illusoria dell’esperienza, dialoga con le immagini dei sacchetti della spazzatura di Ester Partegàs in What You Are, The World Is (2007). Francesc Ruiz presenta inoltre una nuova versione di The Yaois (2011), una grande installazione di disegni e immagini di rappresentazioni omoerotiche che propone, secondo la consueta pratica dell’artista, un approccio specifico alla nozione di identità sessuale. Questo esercizio di attivismo individuale e collettivo è legato a Un afán incómodo (2011), di Raimond Chaves e Gilda Mantilla, un video documentario derivante dai loro viaggi nella giungla amazzonica, in cui gli artisti esplorano il ruolo delle immagini nella formazione del identità di un territorio.

Infine, RéserVoir propone una seconda pelle, una serie di vetrine in cui ogni artista resuscita progetti precedenti, particolarmente definiti dalla necessità di sperimentare canali di presentazione complementari o alternativi alla sala espositiva: pubblicazioni, testi e immagini murali in vinile, volantini e altri sistemi di documentazione grafica.