HELEN DOWLING

Lissencephally – Breaker

L’arte è un fatto privato

Helen Dowling, Lissencephaly, 2008 - Video HD, dual channel, 2.47 Minuti

Helen Dowling, Breaker, 2008 – Video HD, dual channel, 2.47 Minuti

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INAUGURAZIONE:  Sabato, 27 Marzo 2010 – Ore 21.00

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L’artista inglese Helen Dowling, invitata a partecipare a “L’arte è un fatto privato”, presenterà in anteprima due video:

Lissencephally” 3.49 minuti

Nel video “Lissencephaly” la velocità del filmato è stata manipolata per sincronizzare i movimenti al pianoforte di un uomo con disabilità mentale (il fratello minore dell’artista) con l’audio di un brano musicale classico suonato da Glenn Gould. La mano del fratello si muove insieme alla musica che in realtà non riesce mai a suonare. La tecnica della manipolazione del tempo fa “funzionare” una condizione incurabile nella malleabilità del video. Uno sguardo più attento ai movimenti e ai gesti del viso del pianista testimonia l’impossibilità del compito che la musica suggerisce. I momenti in cui il protagonista guarda l’artista accanto alla macchina da presa fa riferimento a una relazione che circonda l’opera ma che ora viene catturata anche al suo interno. I momenti in cui guarda direttamente nella telecamera mostrano il suo riconoscimento di lui che sta registrando. Nello stesso momento in cui si esibisce per la sorella artista si esibisce anche per un pubblico sconosciuto.

Helen Dowling, Lissencephaly, 2008 - Video HD, dual channel, 2.47 Minuti

Helen Dowling, Lissencephaly, 2008 – Video HD, dual channel, 3.49 Minutes

Breaker” 2.47 minuti

In Breaker, il fratello maggiore dell’artista, affetto da paralisi cerebrale, e un breakdancer tentano di copiare e interpretare la fisicità reciproca attraverso una serie di movimenti. Il risultato è un video che offusca i confini di ciò che dovrebbe e può essere copiato, appreso e insegnato. Imitare un’altra persona porta riferimenti sia all’adulazione che al comportamento crudele. Usando questo doppio significato l’artista trasforma l’atto di copiare qualcuno con disabilità, in un atto stimolante e  in un qualcosa che può essere ammirato invece di essere disprezzato o evocare pietà. Per strutturare lo scambio, ai due uomini è stata data una serie di esercizi da copiare l’uno dall’altro. La preparazione di questi esercizi è stata filmata così come gli esercizi stessi, catturando inevitabilmente il rapporto tra loro e la telecamera che è stata anche montata nella sequenza finale. Questi momenti mostrano i protagonisti non come personaggi completamente formati ma come individui rappresentati in immagini in movimento.

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L’arte è un fatto privato
A cura di FRANCESCO PANDIAN e MARIA ROSA SOSSAI

Negli ultimi decenni l’arte si è trasformata in un’arena pubblica che coinvolge un numero crescente di persone e di professionisti del settore, grazie all’interesse e all’attenzione crescenti dei media e del mercato che ne hanno enfatizzato l’aspetto commerciale. Questo stato economico-strategico delle arti produce quella che Paolo Virno definisce un’infinita proliferazione di differenze della moltitudine, alla quale fa da contraltare l’ambito intimo e personale della dimensione estetica, ovvero una nozione di soggettività complessa ed esplicitamente non-essenziale. L’arte si qualifica quindi come una tensione dell’individuo verso un divenire infinito e non apparente. Per farne parte e far sì che si avveri, è necessario riconoscere in noi questa vocazione e predisporsi ad accoglierla. Sulla scia di conversazioni intorno a questi temi, Francesco Pandian e Maria Rosa Sossai hanno invitato tre artisti ad occupare per una sera la galleria e a ricreare l’unicità del momento creativo, un qui e ora irripetibile che permette quel tipo di esperienza sensitiva che segue lo sviluppo del pensiero dell’artista. Nel corso dei primi quattro incontri focalizzati sul rapporto tra arte e musica, biografie private, creazioni sonore, immagini in movimento, azioni dal vivo metteranno in scena forme diverse di individualità per ribadire la centralità della sperimentazione e la sensualità dell’esperienza estetica che mantiene tuttora le caratteristiche di un fatto sostanzialmente privato e soggettivo, estraneo ai processi riproduttivi propri del contesto espositivo.

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